Fra i numerosi disegni di Leonardo sparsi per il mondo, non pochi sono
schizzi e progetti di edifici.
Fatto interessante, anche nella sua pittura le strutture architettoniche, con la loro
agile forma, hanno un valore determinante. Basti pensare alla facciata albertiana del
tempio che Leonardo pone nello sfondo del San Gerolamo -
inserendo negli anfratti della grotta la facciata di un edificio moderno - o alla estesa
costruzione che occupa lo sfondo dell'Adorazione dei Magi.
E' un cortile stranamente "esploso", la cui struttura e la cui funzione si
comprendono meglio se si considera il disegno agli Uffizi, in cui si nota lo stesso
cortile stranamente attraversato da due scalinate.
Non si tratta dell'usuale antica rovina, tanto rappresentata dai pittori a contorno dei
soggetti di devozione, ma di un edificio moderno incompleto. E, mentre la stalla
evangelica è stata trasformata in una strana scuderia, i testimoni della nascita di
Cristo che contemplano la scena sono disposti su una delle due scalinate vista di profilo.
La vita di Leonardo a Firenze nel periodo fiorentino, dal
1470 al 1482, gravita essenzialmente intorno alla bottega del Verrocchio.
Filippo Brunelleschi è scomparso da poco e Leon Battista
Alberti muore in quegli anni, ma la loro influenza sulla architettura italiana e mondiale
è più che mai viva.
Leonardo dovette portare con sè a Milano negli occhi e nella mente il modello del
Battistero, di Santa Maria degli Angeli e di Santo Spirito.
Probabilmente la prima occasione che egli ebbe di intervenire in un preciso problema
architettonico fu il Duomo di Milano.
Dove s'incrociavano i bracci della croce della chiesa doveva alzarsi un tiburio, per il
quale molti architetti chiamati a corte avevano stilato un progetto senza ottenere
l'approvazione ufficiale.
Leonardo ebbe dal Consiglio di Fabbrica l'incarico di fare un modello a cupola centrale,
con altre cupole minori raggruppate intorno.
Nel 1490 accettò di apportare alcune varianti al modello esistente, ma poi tralasciò il
progetto. Fu, però, allora che scrisse la lettera programmatica in cui compare la figura
dell'"architetto-medico", il quale, prima di intervenire, ha bisogno di
cognizioni teoriche precise, soprattutto di una conoscenza scientifica degli effetti
statici: un "medico-architetto, che 'ntenda bene cosa è edifizio e da che regole il
retto edificare deriva e donde dette regole sono tratte."
Leonardo si tirò, perciò, indietro dal compito, perchè gli sembrava che in quel momento
il Consiglio richiedesse un architetto che operasse più empiricamente di lui.
Ma la teoria del medico-architetto, che formulò in questa occasione, e
che poneva il corpo umano a pietra di paragone fra le creazioni naturali e quelle
tecniche, nell'idea che le proporzioni degli edifici dovessero regolarsi su di esso, è
una formulazione importante, nella quale il Cinquecento trova l'accordo fra teorici
antichi e moderni.
Leonardo l'avrebbe illustrata nel disegno dell'"uomo vitruviano" dell'Accademia
di Venezia, in cui cerchio e quadrato si iscrivono l'uno nell'altro attorno alla figura
centrata sull'ombelico.
Prima di affrontare qualunque problema pratico di architettura, il maestro formulò la
teoria delle "potenze" che spiegavano i fenomeni: il peso, il moto, la forza e
la percussione.
Era la composizione di queste quattro forze che Leonardo analizzava quando valutava, ad
esempio, il valore dei contrappesi necessari a sorreggere ogni concio di un arco (cod.
Madrid I, f.142v) o quando focalizzava il suo interesse sui supporti in pietra.
Nel 1490 si recò a Pavia, per visitare i lavori della cattedrale, e disegnò numerosi
progetti, che, a giudicare dall'aspetto finale del Duomo, si rivelarono determinanti per
la struttura definitiva della costruzione.
Nelle sue osservazioni, Leonardo risalì, da teorico per vocazione qual era, ad una teoria
generale dell' architettura ecclesiastica, la quale presupponeva, ad esempio, che la
"lanterna" della cupola potesse fungere da campanile.
In un altro studio sviluppava il concetto architettonico di San Lorenzo, a Milano, e, a
partire da un'idea che contemplava una pianta semplice come quella delle Grazie di Milano,
giungeva ad un progetto a croce greca con grande cupola; poi, non contento, pensava ad una
pianta ottagonale con otto absidi.
Si capisce perchè molti committenti fossero infastiditi dall'atteggiamento di questo uomo
troppo geniale, che nei progetti si creava difficoltà per il solo gusto di risolverle e
spesso lasciava le cose a metà.
I suoi lavori come architetto a Milano e a Firenze fecero di Leonardo un esperto di
architettura militare.
Nel Cinquecento egli si trovò di fronte ad una rivalutazione
dell'edificio a pianta centrale ed ebbe tutto l'agio di applicare questo interesse ad una
serie di fortezze, che obbedivano ai principi della balistica per attutire gli effetti
violenti della "percussione" dei proiettili.
A questo scopo Leonardo preferiva la struttura a sperone triangolare, nella quale il
proiettile non poteva colpire una superficie piana, ma due pareti oblique tangenti,
perdendo la sua forza di impatto.
C'è una forma che, nell'architettura a pianta centrale, egli predilige nettamente: l'ottagono. Questo interesse forse è dovuto al fatto che si tratta di una figura facilmente derivata dall'"uomo vitruviano", inserito nel quadrato e nel cerchio. L'ottagono compare in schemi, piante, ornamenti e domina gli studi sulla pianta centrale nel manoscritto B.