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Custode: Angelo della Temperanza (Pg. XXIV,133).
L'Angelo canta:
Pg. XXIV,151-154
"E senti' dir: 'Beati cui alluma
tanto di grazia, che l'amor del gusto
nel petto lor troppo disir non fuma,
esurïendo (mangiando) sempre quanto è giusto!".
"Beati qui esuriunt iustitiam" è il secondo aspetto della quarta beatitudine evangelica (Matteo 5,6) adattata, con una parafrasi, al peccato specifico della gola (fame di giustizia e non di altre cose).
Purganti: Golosi.
Pg. XVII, 132, 136-137
Altro ben è (i beni terreni) che non fa l'uom felice
......
L'amor ch'ad esso troppo s'abbandona
.... si piange per tre cerchi.
L'intemperanza è, quindi, l'errore dell'amore che ha "troppo di vigore" nel soddisfare le necessità del corpo.
Pena: La pena "fisica" Le anime, orribilmente magre (nel loro viso si può leggere la parola 'omo') per il desiderio senza fine di mangiare e bere originato dal vedere i frutti dell'albero e l'acqua chiara della fonte, che si trovano nella Cornice, piangono e camminano svelte e pensose come pellegrini.
La preghiera |
La meditazione
una voce grida, dai rami dell'Albero degli esempi di temperanza, "di questo cibo avrete caro" Pg. XXII,141.
Contrapasso: Come in vita cibo e bevande furono fonte della loro gioia, così ora i frutti e l'acqua sono strumento della loro purificazione; come in vita aprirono la bocca per mangiare, ora la aprono per cantare la lode di Dio.
Personaggi: Forese Donati;
Bonagiunta Orbicciani da Lucca;
Martino IV, papa;
Ubaldino da la Pila;
Bonifazio Fieschi;
Marchese degli Argugliosi.