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Argomento del Canto XXXI

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Sui beati disposti come petali di una candida rosa volteggiano, come uno sciame di api sui fiori, le schiere degli angeli.
Cantando la gloria e la bontà di Dio essi volano dalla luce divina alle anime beate, recando così loro l'amore e la beatitudine attinta alla fonte perenne della grazia.

Dante è preso da muta ed estatica contemplazione: i suoi occhi vagano su tutta la meravigliosa visione e dovunque legge beatitudine ed amore.


Si volge quindi verso Beatrice, ma al suo posto trova S. Bernardo di Chiaravalle, il grande mistico, fervente nel culto di Maria, che condurrà Dante per l'ultimo tratto del suo viaggio dove, per innalzarsi alla suprema visione di Dio, non basta più la conoscenza teologica, ma occorrono l'ardore contemplativo e la potenza della grazia.
Prima di seguirlo, Dante rivolge una fervente preghiera di ringraziamento a Beatrice, che siede nuovamente al suo posto nella rosa dei beati, poi leva gli occhi fino a contemplare la meravigliosa visione della Vergine Maria avvolta in una luce di bellezza e letizia.