3° Girone
Inf. XIV - XV - XVI - XVII, 1-75
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Guardiano: --
I dannati: Violenti contro Dio
Inf. XI, 46-51
Puossi far forza ne la deitade,
col cor negando e bestemmiando quella,
e spregiando natura e sua bontade (la natura e l'arte, il lavoro umano);
e però lo minor giron suggella
del segno suo e Soddoma (sodomiti) e Caorsa (usurai)
e chi, spregiando Dio col cor, favella (bestemmiatori).
Pena: Una pioggia di fuoco cade, rendendola ardente, su una distesa di sabbia su cui si trovano i dannati nudi e piangenti. Inf. XIV, 40-42 Sanza riposo mai era la tresca (il veloce muoversi) de le misere mani, or quindi or quinci escotendo da sè l'arsura fresca (la pioggia di fuoco appena caduta). La differenza della punizione fra i vari modi di far violenza contro Dio sta nella posizione dei dannati sulla distesa di sabbia. |
Inf. XV, 106-108 In somma sappi che tutti fur cherci (chierici, cioè ecclesiastici) e litterati grandi e di gran fama, d'un peccato medesmo al mondo lerci. Pena: I sodomiti si muovono continuamente, divisi in varie schiere, sulla distesa sabbiosa sotto la pioggia di fuoco. Personaggi: Brunetto Latini, Prisciano, Francesco d'Accorso, Andrea de' Mozzi, Guido Guerra, Jacopo Rusticucci, Tegghiaio Aldobrandi. |
Pena: I dannati stanno seduti raccolti in se stessi lungo l'orlo estremo del VII Cerchio ("Poco più oltre veggio in su la rena / gente seder propinqua al loco scemo (all'orlo del baratro)" Inf. XVII, 35-36).
Ogni dannato porta al collo una borsa che reca impresso lo stemma della famiglia cui appartiene, ma Dante non riconosce nessuno, neppure l'unico dannato che gli rivolge parole rabbiose e, tacendo, tira fuori la lingua con un gesto di scherno. Come gli avari ed i prodighi, anche gli usurai sono anonimi: tra gli avari è posto l'accento sugli ecclesiastici avidi di beni terreni, qui l'accento è posto sui nobili corrotti dalla smodata sete di guadagno. Personaggi: Reginaldo Scrovegni. |
Contrapasso: La corrispondenza fra peccato e pena è stata creata, nell'immaginario dantesco, dalla suggestione della pena biblica: la pioggia di fuoco, infatti, è il supplizio che Dio lanciò sulle viziose città di Sodoma e Gomorra.