PIA de' TOLOMEI Pg. V, 130
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L'identificazione di questo personaggio non è completamente sicura. Gli antichi commentatori ritenevano che la Pia di Dante fosse Pia della famiglia dei Tolomei di Siena. Andata sposa a Nello dei Pannocchieschi, che ricoprì la carica di podestà di Volterra e di Lucca verso la fine del 1200, Pia morì precipitando dal balcone del Castello della Pietra, in Maremma. Secondo alcuni l'uccisione di Pia puniva un adulterio, reale o soltanto presunto dalla gelosia, secondo altri copriva più semplicemente l'aspirazione del marito a nuove e più vantaggiose nozze con Margherita degli Aldobrandeschi. |
Pg. V, 135-136
Salsi (lo sa) colui che 'nnanellata pria
disposando m'avea con la sua gemma.
Nella cerimonia dello sposalizio si distinguevano, nel Medioevo, due atti distinti: il "disposare", che era la dichiarazione della volontà all'unione, e l'"inanellare" che, invece, era il dono dell'anello nuziale. Alcuni critici hanno voluto desumere dal testo dantesco che Pia avrebbe sposato Nello dei Pannocchieschi dopo essere già stata "inanellata", cioè in seconde nozze, ma a questa ipotesi manca ogni controprova documentaria.
Il testo di Dante non chiarisce tutti i particolari della vicenda (la colpa di Pia, le modalità della morte), ma fa luce sul nodo essenziale, sulle circostanze violente della morte, e sui sentimenti della donna: Pia fu uccisa dal marito e non vuole vendetta.
Come nei precedenti episodi di Jacopo del Cassero e Bonconte da Montefeltro, il poeta sviluppa il tema dell'inutilità dell'odio umano, nell'intimità della famiglia come nelle vicende politiche.