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CARLO I d' ANGIO'
("colui dal maschio naso"; "il nasuto"; "il seme") Pg. VII, 124
cit. Inf. XIX, 99; Pg. XX, 67; Pd. VIII, 72
Antipurgatorio, balzo 2 - negligenti, valletta dei Principi

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Fratello del re di Francia Luigi IX e zio, quindi di Filippo III l'Ardito, Carlo I d'Angiò nacque nel 1226. Nel 1245 sposò Beatrice, figlia di Raimondo Berengario IV (Pd.), dalla quale ebbe in dote la Provenza.
Nell'ambito di una fortunata politica di unificazione interna e di espansione esterna del regno di Francia, dall'acquisizione della Provenza ebbe inizio una serie di annessioni, conseguite con la forza o l'inganno.

Carlo, infatti, venne chiamato in Italia dal papa per contrastare le pretese di Manfredi, figlio naturale di Federico II, sul regno di Sicilia.

Dopo la vittoria di Benevento (1266) su Manfredi e di Tagliacozzo (1268) sul giovanissimo imperatore Corrado V, morti i due pretendenti al trono, Carlo ebbe di fatto il controllo del regno di Sicilia, di cui era stato già solennemente incoronato re da papa Urbano IV fin dal 1263, in seguito all'accordo che lo impegnava ad intervenire militarmente contro gli Svevi.
Morì nel 1285, lo stesso anno del suo avversario Pietro III d'Aragona, l'unico in grado di contendergli legittimamente il regno di Sicilia, poichè la moglie di Pietro era Costanza, figlia di Manfredi.

Dante salva Carlo I anche se i giudizi sul suo operato politico sono negativi: il capostipite Ugo Capeto si lamenta, infatti, dei metodi poco limpidi utilizzati in politica dai suoi discendenti, e Carlo Martello indica nella "mala segnoria" (Pd VIII,73-75) angioina la causa della rivolta dei Vespri.

Per sottolineare la vanità di tutte le contrapposizioni umane, Dante pone spesso l'uno accanto all'altro personaggi che in vita furono irriducibili nemici oppure esponenti di parti politiche avverse.
Così nel Purgatorio Carlo I d'Angiò "s'accorda, / cantando" (Pg. VII, 112-113) al suo antagonista Pietro III d'Aragona.