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"Pognamo che Gherardo da Cammino fosse stato nepote del più vile villano che mai bevesse del Sile o del Cagnano (i fiumi di Treviso) ....: chi sarà oso di dire che Gherardo da Cammino fosse vile uomo? ... Certo nullo ... però che egli fu (nobile), e fia sempre la sua memoria." (Convivio IV, xiv, 12) |
Altro particolare che Dante non rileva, sebbene ne fu di certo a conoscenza, è il sostegno che Gherardo da Camino accordò alle violenze di Corso Donati nei turbolenti anni fiorentini che precedettero l'esilio del poeta.
Gherardo da Camino è uno dei tre vecchi proposti da Marco Lombardo come esempi di antica virtù lombarda:
Pg. XVI, 121-123
Ben v'en (restano ancora) tre vecchi ancora in cui rampogna
(per mezzo dei quali rimprovera)
l'antica età la nova, e par lor tardo
che Dio a miglior vita li ripogna.
Del figlio e successore di Gherardo, Rizzardo da Camino, arrogante e dispotico, sposato dal 1312 con Giovanna Visconti, figlia di Nino Visconti, Dante farà invece esplicita condanna nel Paradiso, dove Cunizza da Romano ne profetizza l'assassinio:
Pd IX, 49-51
e dove Sile e Cagnan s'accompagna
(Treviso, dove le acque dei due fiumi si uniscono),
tal signoreggia e va con la testa alta,
che già per lui carpir si fa la ragna
(si tesse la ragnatela, l'inganno, per catturarlo).