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Argomento del Canto XXXIII

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S. Bernardo, accanto a Dante raccolto in muta preghiera, rivolge una lunga orazione alla Vergine Maria, affinchè interceda presso il Padre per rendere il poeta tanto pieno di grazia da poter assurgere alla suprema visione di Dio.
Anche i beati sono raccolti, supplicanti, nella medesima preghiera al termine della quale, Dante viene invitato ad alzare lo sguardo, e inizia così per lui il momento culminante di tutta la sua esperienza mistica.
Qui il poeta cerca di evocare, quello che nel ricordo gli appare come un sogno meraviglioso, del quale ha conservato l'emozione profonda, ma non la definizione nitida delle immagini.

Come in un'improvvisa folgorazione Dante, con l'animo innalzato alla condizione di beato, ha contemplato il profondo dell'essenza divina; ha scorto, strettamente unito in un vincolo amoroso, tutto ciò che nell'universo appare sparso e diviso; è riuscito infine a penetrare nel mistero del Dio uno e trino.

Pd. XXXIII,143-145
A l'alta fantasia qui mancò possa;
ma già volgeva il mio disio e 'l velle,
sì come rota ch'iugualmente è mossa,
l'amor che move il sole e l'altre stelle.