RACHELE Pd.XXXII,8
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Rachele era la seconda figlia di Labano, fratello di Rebecca che, sposa di Isacco (Inf.), diede alla luce i gemelli Esaù e Giacobbe. Quando Giacobbe fu in età da moglie, la madre gli suggerì di scegliere come sposa una delle sue cugine. Giacobbe si recò, così, presso lo zio Labano (Genesi 29) e, innamoratosi della giovane Rachele, lavorò sette anni per il padre di lei per averla in moglie. |
Mentre Lia continuava a generare figli maschi, era ormai opinione comune che Rachele fosse sterile. Tuttavia a sorpresa, dopo lunghi anni di attesa, anche Rachele diede alla luce un figlio, Giuseppe (Inf.), che divenne il preferito.
Qualche anno dopo Rachele era nuovamente incinta.
"Mancava ancora un tratto di cammino per arrivare ad Efrata, quando Rachele partorì ed ebbe un parto difficile. Mentre penava a partorire, la levatrice le disse: 'Non temere: anche questo è un figlio!.' Mentre esalava l'ultimo respiro, perchè stava morendo, essa lo chiamò Ben-Oni (figlio del mio dolore), ma suo padre lo chiamò Beniamino (figlio di buon augurio). Così Rachele morì e fu sepolta lungo la strada verso Efrata, cioè Betlemme." (Genesi 35, 16-19)
L'esegesi biblica ha fatto di Rachele il simbolo della vita contemplativa, mentre di sua sorella Lia (Pg.) il simbolo della vita attiva, e nello stesso modo Dante sogna le due sorelle quando, insieme a Virgilio e Stazio,
sosta per il sopraggiungere della notte prima della salita al Paradiso Terrestre.
In Inf. IV, 58, Virgilio spiega come l'anima di Rachele sia stata liberata dal Limbo dal passaggio di Cristo nel tempo intercorso fra la morte e la resurrezione.