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Personaggi citati

Esaù
Pd. VIII, 130; (gemelli) Pd. XXXII, 68

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Esaù, figlio di Isacco e Rebecca, era fratello gemello del terzo patriarca Giacobbe.

I due bambini si scontravano già nel grembo di Rebecca "ed essa esclamò: 'Se è così, perchè questo?' ... Il Signore le rispose: 'Due nazioni sono nel tuo seno e due nazioni da esso si disperderanno; un popolo sarà più forte dell'altro e il maggiore servirà il più piccolo'. Quando poi si compì per lei il tempo di partorire, ecco due gemelli erano nel suo seno. Uscì il primo, rossiccio e tutto come un mantello di pelo, e fu chiamato Esaù. Subito dopo uscì il fratello e teneva in mano il calcagno di Esaù; fu chiamato Giacobbe." (Genesi 25, 24-26)

Per chiarire il concetto di predestinazione Dante utilizza proprio questo passo della Scrittura.

Pd. XXXII, 68-72
E ciò espresso e chiaro vi si nota
ne la Scrittura santa in quei gemelli
che ne la madre
(nel grembo materno) ebber l'ira commota (suscitata).
Però secondo il color d'i capelli
di cotal grazia l'altissimo lume
(la predilezione divina)
degnamente convien che s'incappelli.

Bisogna ricordare, inoltre, che, secondo la mentalità ebraica, i capelli rossi erano il segno inequivocabile dell'emarginazione divina.
Essendo nato per primo, Esaù fu considerato l'erede legittimo del padre Isacco, ma un giorno, affamato, Esaù giurò di cedere la primogenitura a Giacobbe se questi gli avesse ceduto il suo piatto di lenticchie. Quando, tuttavia, Giacobbe riuscì ad ottenere la benedizione del primogenito da Isacco, Esaù comprese la portata dell'inganno subito ed avrebbe voluto sfogare la sua ira sul fratello ("Si avvicinano i giorni del lutto per mio padre; allora ucciderò mio fratello Giacobbe" Genesi 27, 41), ma questi era già stato allontanato dalla madre Rebecca.

A causa del suo pelo rosso Esaù fu chiamato anche Edom (cioè rosso) e, allontanatosi dalle terre che spettavano ormai al fratello, si stabilì nella terra di Seir che, dal suo nome, fu chiamata Edom, dando origine al popolo degli Edomiti, o Idumei, potente popolazione di pastori nomadi.