PIETRO Pd. XXIV, 34; (padre vetusto) Pd.XXXII,124
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Pietro, figlio di Giona, abitava al tempo della predicazione a Cafarnao, in Galilea, dove con il fratello Andrea svolgeva l'attività di pescatore.
"Mentre (Gesù) camminava lungo il mare di Galilea vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano la rete in mare poichè erano pescatori. E disse loro: 'Seguitemi e vi farò pescatori di uomini'. Ed essi subito lasciate le reti lo seguirono.". (Matteo 5, 18-20, cfr. Inf. XIX, 93) |
Dopo la Pentecoste, Pietro si occupò di trovare il sostituto di Giuda (Inf.) nel gruppo degli Apostoli, stabilendo i primi contatti con Paolo, da poco convertito, e si dedicò all'evangelizzazione degli Ebrei: la sua predicazione, i suoi viaggi ed i suoi numerosi miracoli sono narrati negli Atti degli Apostoli. Dopo il concilio di Gerusalemme, tenutosi probabilmente intorno all'anno 50, Pietro si recò a Roma per la seconda volta per fondarvi una comunità stabile, e nella città fu martirizzato, probabilmente fra il 65 ed il 68, crocifisso con la testa in basso, secondo quanto riferiscono Origene e S. Girolamo.
Sulla permanenza a Roma di Pietro fiorirono, inoltre, numerose leggende, fra cui molto nota è quella dell'apparizione di Cristo sulla via Appia a Pietro che sfuggiva alle persecuzioni. Alla domanda "Quo vadis, Domine?" (Dove vai, Signore?), l'apparizione avrebbe risposto che andava in città per essere crocifisso una seconda volta, visto che l'apostolo fuggiva.
Sulla presunta tomba di Pietro sorse presto una prima basilica, nei secoli seguenti ricostruita, ingrandita ed abbellita e divenuta sede del papato.
Nel cielo VIII, prima di raggiungere l'Empireo, Dante deve sostenere un esame sulle tre virtù cardinali, sulla saldezza e l'ortodossia della loro concezione e sulla forza che esse hanno nella sua vita. L'occasione dell'esame diviene, così, una splendida, poetica professione della propria vita spirituale.
Pietro interroga Dante sulla fede ("per la qual tu su per lo mare andavi" Pd. XXIV, 39 Il verso dantesco fa chiaro riferimento a Matteo 14, 28-29, quando la fede consente a Pietro di camminare sulle acque incontro a Cristo risorto).
Dante accoglie pienamente l'interpretazione dei Padri della Chiesa, che vedevano in Pietro, Giacomo e Giovanni, chiamati da Gesù ad essere presenti alle manifestazioni della sua natura divina (la Trasfigurazione, la resurrezione della figlia di Giairo, l'ultima preghiera nell'orto del Getsemani), la figurazione delle tre virtù teologali, che non sono il frutto di una tensione umana, ma un dono della grazia divina.
L'identificazione di Pietro con la fede si fonda sul passo evangelico già ricordato, quando Pietro, unico fra gli apostoli, alla domanda "Voi chi dite che io sia?" risponde senza incertezze individuando in Gesù il Messia.
"Beato te, Simone figlio di Giona, perchè nè la carne nè il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli" (Matteo 16, 17).