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FOLCHETTO di MARSIGLIA Pd. IX, 67
Cielo III - Venere - Spiriti Amanti

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Folchetto, o Folco, di Marsiglia era un celebre poeta in lingua provenzale che Dante stimava profondamente già al tempo della stesura del "De Vulgari Eloquentia".
Si suole, infatti, far iniziare l'attività della Scuola poetica Siciliana con la traduzione, che in realtà è una assai più complessa trasposizione ed interpretazione, di una lirica di Folchetto da parte di Jacopo da Lentini (Pg.).

Nato a Marsiglia nella seconda metà del XII secolo da una famiglia di origini genovesi, Folchetto cantò il suo amore appassionato per la moglie del visconte di Marsiglia e fu per questo costretto ad allontanarsi dalla corte. Si dice che, alla morte della donna tanto amata, Folchetto entrò nell'ordine cistercense divenendo in breve abate del monastero di Torronet.
Nominato vescovo di Tolosa nel 1205, Folchetto mostrò tutto il suo animo intransigente impegnandosi attivamente nella crociata contro gli eretici Albigesi, il ramo provenzale dei Catari, che papa Innocenzo III aveva bandita, e promosse la fondazione dell'Università cittadina. Collaborò, inoltre, con San Domenico all'istituzione dell'Ordine domenicano e partecipò al IV Concilio Lateranense del 1215, nel quale vennero regolati i rapporti fra la chiesa di Roma e la chiesa d'Occidente e furono condannate le tesi di Gioacchino da Fiore, monaco cistercense convinto predicatore dell'avvento imminente dell'età dello Spirito Santo, età di pace universale.

Folchetto morì nel 1231, dopo aver compiutamente vissuto la sua realtà di spirito amante, prima amando intensamente l'amore terreno, poi il bene della Chiesa.