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CASSIO Inf. XXXIV, 67
cit. Pd. VI, 74
Cerchio 9 - Zona 4 - Tolomea - Traditori delle due autorità provvidenziali, l'Impero e la Chiesa

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Uomo politico romano, Caio Cassio Longino, fu seguace di Pompeo (Pd.) durante la guerra civile, legandosi poi a Cesare, dopo la sconfitta della parte pompeiana a Farsalo.
Amico di Bruto, capeggiò insieme a lui la congiura contro il dittatore, nel tentativo di restaurare il regime repubblicano, e si uccise in seguito alla battaglia di Filippi, nel 42 a.C., dove venne sconfitto da Ottaviano e Marco Antonio.

Questa sconfitta è ricordata da Giustiniano (Pd.), quando, nel cielo di Mercurio, traccia la storia provvidenziale dell'aquila imperiale.

"L'obbedienza a Chiesa e a Impero, nell'ambito delle rispettive giurisdizioni, è alla base del sistema politico-morale di Dante, sicchè ben si comprende come a coloro che direttamente si sottrassero a essa il poeta riserbi il luogo più basso del suo Inferno; cioè consideri massimo il loro peccato. Essi non sono traditori solo di uomini, ma di basilari doveri umani" (U. Bosco, Commento pag.501).