GIUSTINIANO Pd. V, 120; Pd. VI, 10; Pd.VII, 4
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Nato a Tauresium in Macedonia, nel 482, Giustiniano studiò a Costantinopoli ed in seguito fu avviato alla gestione dell'amministrazione pubblica dallo zio, l'imperatore Giustino, che lo associò al trono facendone il suo legittimo erede. Sposata Teodora, donna di origini modeste ma di grande intelligenza, Giustiniano ne subì in più occasioni la forte volontà. |
L'attività di Giustiniano si esplicò in campo artistico, con grandiose costruzioni quali S. Sofia a Costantinopoli e S. Vitale a Ravenna, e soprattutto in campo giuridico, dove, con la collaborazione del ministro Triboniano, fu raccolta, catalogata e commentata tutta la complessa scienza giuridica e legislativa romana. Il risultato di questa opera, svolta fra il 528 ed il 565, è il "Corpus Iuris Civilis", che ha costituito nei secoli la base del diritto e della giurisprudenza. |
Giustiniano è chiamato a narrare la storia dell'aquila imperiale, la cui fortuna è voluta dalla Provvidenza divina, poichè nel pensiero di Dante egli fu il restauratore dell'autorità imperiale, decaduta dopo il periodo d'oro della pax augustea.
Come tempo dopo Carlo Magno, Giustiniano tentò la riunificazione territoriale dell'impero, ma più ancora ne tentò la riunificazione giuridica e civile, che sola poteva garantire il rinascere della grandezza imperiale.
All'attività in campo giuridico e legislativo Dante allude anche in Pg. VI, 88-89, nell'ambito della generale rampogna della divisione dell'Italia: Giustiniano, infatti, "raccorciò il freno" all'Italia, contrapponendo una legge unitaria al caos barbarico.