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Argomento del Canto XIX

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Beatrice, dopo un momento di sospensione, riprende la sua lezione sulle gerarchie celesti, prevenendo le domande di Dante riguardo l'origine e la creazione degli angeli: Dio crẹ ogni cosa, come atto di puro amore, al di fuori del tempo e dello spazio, nello stesso istante, e quindi non intercorsero secoli fra la creazione degli angeli, le potenze motrici dei cieli, e quella del resto del mondo, come invece riteneva S. Girolamo.

L'ampio discorso di Beatrice prosegue con il racconto della ribellione di alcuni angeli, al seguito di Lucifero, la loro condanna e la ricompensa agli angeli che rimasero invece fedeli.


Le parole di Beatrice si rivolgono quindi severe ai filosofi che complicano con il loro pensieri contorti la ricerca della verità e ai predicatori, che per compiacere gli auditorii, dissertano di frivole tesi.
Conclude quindi con un'ultima spiegazione a carattere teologico, relativa al numero sterminato degli angeli, invitando poi Dante a soffermarsi ammirato sulla sublime architettura di una tale creazione.