GIUDITTA (Iudit) Pd.XXXII,10
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Nabucodonosor, re degli Assiri, aveva dato inizio ad una campagna di conquiste e le sue truppe, precedute dalla fama delle terribili distruzioni inflitte ai vinti, riuscivano a convincere le città a consegnarsi spontaneamente e ad accettare, insieme al dominio assiro, anche la distruzione dei propri templi e l'abbandono delle divinità tradizionali. |
A Betulia abitava Giuditta, una giovane e bella vedova ebrea molto stimata per la sua virtù e la sua saggezza ("Da un capo all'altro della terra non esiste donna simile, per la bellezza dell'aspetto ed il senno della parola" Giuditta 11, 21).
Per spezzare il lungo assedio della sua città, Giuditta si rivestì dei suoi abiti più belli e si recò nell'accampamento assiro dichiarando di voler tradire la sua città in cambio della salvezza personale e del favore del generale Oloferne. Giuditta si trovava da tre giorni nel campo assiro quando Oloferne la invitò ad un banchetto.
"Incominciò (Giuditta) quindi a mangiare e a bere davanti a lui ... Oloferne si deliziò della presenza di lei e bevve tanto vino quanto non ne aveva mai bevuto ...Quando si fece buio ... rimase solo Giuditta nella tenda e Oloferne buttato sul divano, ubriaco fradicio ... (Giuditta) avvicinatasi alla colonna del letto ne staccò la scimitarra, poi accostatasi al letto afferrò la testa di lui per la chioma... e con tutta la forza di cui era capace lo colpì due volte al collo e gli staccò la testa." (Giuditta 12,19 - 13,8)
Scoperta la morte del generale, gli Assiri fuggirono disordinatamente, offrendo una facile preda alla vendetta israelita.
La morte di Oloferne e l'eroico atto di Giuditta sono narrati nel Libro di Giuditta, appartenente ai libri storici della Bibbia. Questo episodio è raffigurato fra gli esempi di superbia punita scolpiti sulla parete della prima cornice del Purgatorio.