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Nabucodonosor (605-562 a.C.), re degli Assiri, iniziando una campagna per la conquista delle terre mediorientali, proclamò Oloferne generale supremo delle sue truppe e comandante della spedizione. Quando si sparse la notizia delle sue facili conquiste, il timore delle distruzioni spinse popoli e città a consegnarsi spontaneamente e ad accettare, insieme al dominio assiro, anche la distruzione dei propri templi e l'abbandono delle divinità tradizionali. |
"Incominciò (Giuditta) quindi a mangiare e a bere davanti a lui ... Oloferne si deliziò della presenza di lei e bevve tanto vino quanto non ne aveva mai bevuto ...Quando si fece buio ... rimase solo Giuditta nella tenda e Oloferne buttato sul divano, ubriaco fradicio ... (Giuditta) avvicinatasi alla colonna del letto ne staccò la scimitarra, poi accostatasi al letto afferrò la testa di lui per la chioma... e con tutta la forza di cui era capace lo colpì due volte al collo e gli staccò la testa." (Giuditta 12,19 - 13,8)
Scoperta la morte del generale, gli Assiri fuggirono disordinatamente, offrendo una facile preda alla vendetta israelita.
"Le reliquie del martiro" del v.60 sono state variamente interpretate come i corpi straziati dei soldati assiri uccisi, o come il corpo mutilato di Oloferne.
La morte di Oloferne e l'eroico atto di Giuditta sono narrati nel Libro di Giuditta, appartenente ai libri storici della Bibbia.