BENEDETTO da NORCIA
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Nato a Norcia nel 480 da nobile famiglia, Benedetto studiò dapprima a Roma, ma poi, desiderando sperimentare la vita ascetica di stile orientale, si ritirò per tre anni in una grotta nei pressi di Subiaco. Nominato abate nel monastero di Vicovaro, tentò invano di riformare la vita del monastero e, dopo aver subito calunnie ed anche un attentato alla sua vita, decise di fondare una nuova comunità monastica nei pressi di Cassino: sorse così l'abbazia di Montecassino e dove il santo elaborò la Regola dell'Ordine, di capitale importanza per la cultura di tutto il Medioevo, e morì nel 547. |
Pg. XXII, 46-48
Questi altri fuochi tutti contemplanti
uomini fuoro, accesi di quel caldo (l'amore verso Dio)
che fa nascere i fiori e ' frutti santi (la meditazione e le opere).
In seguito, tuttavia, ad opera soprattutto di Cassiodoro, si aggiunsero alle attività dei monaci benedettini anche la copia, la conservazione e lo studio del patrimonio culturale.
Sotto il nome di benedettini si suole comprendere le varie famiglie monastiche che, a partire dal VI secolo, hanno tratto il proprio ordinamento dalla Regola di S. Benedetto.
L'Ordine si diffuse rapidamente in tutta Europa ad opera di monaci, tutti canonizzati (Agostino in Inghilterra, Bonifazio in Germania, Armando in Belgio) e sotto la tutela di papa Gregorio I Magno, anch'egli benedettino. Sull'unità religiosa d'Europa, fondata sulla rete dei monasteri benedettini, Carlo Magno potè costruire l'unità politica.
La fondazione del monastero di Cluny, nel 910, diede nuovo impulso alla vita monastica, alla riforma della Chiesa ed alle Crociate, mentre andava sgretolandosi la struttura feudale.
Nel 1098, con la fondazione del monastero di Citeaux, ebbe origine l'Ordine cistercense. Ma fu nel XIII secolo che l'ordine visse la sua massima espansione con la fioritura di numerosi gruppi: i camaldolesi (monastero di Camaldoli), gli olivetani (monastero di Monte Oliveto), i vallombrosani (monastero di Vallombrosa).
"(Giacobbe) fece un sogno: una scala poggiava sulla terra, mentre la sua cima raggiungeva il cielo; ed ecco gli angeli di Dio salivano e scendevano su di essa." (Genesi 28, 12)
Pd. XXII, 70-75
Infin là sù la vide il patriarca
Iacobbe porger la superna parte,
quando li apparve d'angeli sì carca.
Ma, per salirla, mo nessun diparte
da terra i piedi, e la regola mia
rimasa è per danno de le carte.
Secondo l'interpretazione benedettina, la vita eremitica è la scala che porta gli uomini al cielo e porta in terra gli angeli a recare aiuto agli uomini, sulla scorta dell'interpretazione dei Padri della Chiesa della scala di Giacobbe come immagine della Provvidenza divina.
Per altri la scala è anche prefigurazione dell'Incarnazione, il ponte gettato tra cielo e terra.