GIASONE Inf. XVIII, 86
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Figlio di Esone, re di Iolco, e di Polimede, l'eroe greco Giasone fu allevato dal centauro Chirone poichè lo zio Pelia aveva usurpato il trono. Raggiunta l'età adulta, Giasone si presentò a corte per riavere il suo trono e Pelia, con la segreta intenzione di vederlo morto, gli promise il regno solo se avesse conquistato il Vello d'oro, custodito nella lontana Colchide e lì portato da Frisso, figlio di Atamante e Nefele. |
Dante trae la figura di Giasone seduttore da Ovidio e, sulla scorta del poeta latino, insiste sull'inganno, l'aspetto essenziale del peccato, potendo in tal modo riversare tutta la sua simpatia sulla vittima e rendere ancor più ferma la condanna del seduttore.
In Dante, tuttavia, la condanna morale è spesso unita alla sincera ammirazione per altri meriti: Giasone, così, conserva la nobiltà e la magnanimità che furono sue in vita.