FIERE Inf. I, 32-49
menu dei personaggi
menu principale
Le tre fiere sono simbolicamente tre impedimenti ("impedimenta" è termine teologico) o disposizioni peccaminose che ostacolano la via alla salvezza, proprie della natura umana corrotta dal peccato originale. Delle fiere si trova notizia nei bestiari medioevali, opere didattiche in cui alla descrizione, spesso con particolari fantastici, degli animali, fa seguito un commento moralizzante. |
Lonza Inf. I,32
La lonza è una specie di lince, simile alla pantera. Un documento del 1285 ricorda una lince tenuta in gabbia presso il palazzo del Podestà a Firenze, ma certo a questo ricordo personale si è unita in Dante la suggestione del passo virgiliano dell'apparire di Venere al figlio Enea nei boschi africani.
Eneide I, 323
"E (Venere) per la prima: 'O giovani, disse, mostrate se forse
vedeste qualcuna delle sorelle mie qui aggirarsi,
faretra a tracolla, e d'una lince di pelle screziata
o di bavoso cinghiale, ringhiando, inseguire la corsa."
Trad. Cesare Vivaldi
Il significato simbolico indicato dagli antichi commentatori è la "lussuria"
Leone Inf. I,45
Il significato simbolico indicato dagli antichi commentatori è la "superbia"
Lupa Inf. I, 49
Il significato simbolico indicato dagli antichi commentatori è la "cupidigia" o l'"avarizia", in cui va inteso non solo il desiderio di denaro, ma anche quello degli onori e dei beni terreni. Questo è l'impedimento di cui è più difficile liberarsi poichè è quasi istintivo nell'uomo. Per questo motivo, delle tre fiere, la lupa è dichiarata la più pericolosa.
S. Paolo 1 Tim. VI, 10 "La cupidigia è la radice di tutti i mali".
Pg. XX,10 "che più che l'altre bestie hai preda ... la tua fame sanza fine cupa"
Dante indica nella cupidigia l'origine di tutti i mali di Firenze e d'Italia e la causa della corruzione della Chiesa. Il poeta riteneva che la mancanza di un imperatore che ponesse un freno alla cupidigia dei singoli rendesse impossibile l'attuazione della pace e della giustizia. Proprio su questa fiera si ferma, quindi, l'attenzione di Dante.