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CURIONE Inf. XXVIII, 93
Cerchio 8 - Bolgia 9 - Seminatori di discordie

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Il corrotto tribuno della plebe Caio Curione passò dalla parte di Pompeo (Pd.) a quella di Cesare, ma, per essere stato troppo favorevole al partito cesariano, venne in seguito esiliato da Roma.
Nel 49 a.C. raggiunse Cesare a Ravenna e portò successivamente lettere di lui al Senato.

Tornato con l'ordine del Senato a Cesare di congedare le milizie sotto pena di essere dichiarato nemico della patria, Curione consigliò Cesare di cogliere l'occasione favorevole e di marciare contro Roma, dopo aver passato il fiume Rubicone.
Dante conosceva la figura di Curione attraverso l'opera di Lucano (Phars. I, 280 ss.) e di questo episodio, di cui ricalca perfino le stesse parole che, secondo Lucano, Curione aveva rivolto a Cesare, il poeta si serve per incitare l'imperatore Enrico (Arrigo) VII (Pd.) a rompere gli indugi ed a marciare contro la Toscana.