CICERONE Inf.IV, 141
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Marco Tullio Cicerone nacque ad Arpino nel 106 a.C da un'agiata famiglia equestre.
Entrò nell'attività politica nell'80 con la difesa di Sesto Roscio Amerino, che era stato accusato di parricidio per un intrigo a sfondo politico. Nel 75 ottenne la questura per la Sicilia occidentale e si guadagnò la gratitudine dei Siciliani che lo vollero come loro avvocato nella causa da loro intentata a Verre. |
Tornato dall'esilio un anno dopo, Cicerone dovette difendere la sua stessa casa ed i suoi beni ("De domo sua") e consigliò invano gli ottimati di non alienarsi Pompeo al punto da spingerlo ad allearsi con Cesare. Cicerone si impegnò per scongiurare la guerra civile, ma quando essa divenne inevitabile si schierò dalla parte di Pompeo.
Dopo la battaglia di Farsalo e la definitiva sconfitta del partito pompeiano, Cicerone si riavvicinò a Cesare e, quando questi venne ucciso nel 44, abbandonò la città. Al suo ritorno si scagliò contro Antonio e sostenne il diritto di Ottaviano alla successione, ma, allo stringersi del secondo triumvirato, Ottaviano lo sacrificò alla sete di vendetta di Antonio.
Cicerone fu il primo nella lista delle nuove proscrizioni: presso la sua villa di Formia, l'oratore fu raggiunto ed ucciso dai sicari di Antonio.