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Il viaggio nell'oltremondo prende inizio in una selva priva di qualsiasi luce, in cui Dante "pien di sonno", cioè con l'anima gravata dal torpore spirituale causato dal peccato, si smarrisce.
La selva termina ai piedi di un colle, sulla cui sommità brillano i raggi del sole, simbolo di Dio, che guida sul retto cammino. Il poeta tenta di salire sul colle ma è ricacciato giù, nella selva oscura, da tre fiere. |
Tutti gli elementi della figurazione della "selva oscura", dall'intrico delle piante al sonno che coglie il viandante, dal colle che si intravvede oltre di essa alle fiere che impediscono l'ascesa verso il sole, sono immagini tanto care quanto comuni alla letteratura religiosa e morale del Medioevo, che, del resto le desumeva sia dalla tradizione biblica sia dalla letteratura classica.
Il buio della selva è la figurazione della perdita della ragione, cioè della possibilità di scegliere, e di scegliere il bene, cioè Dio.
Gli occhi sollevati verso il colle illuminato dal sole, sono la richiesta di aiuto alla grazia divina già espressa, con la stessa, immagine, nel Salmo 121.
La protervia delle fiere, cui l'uomo, privo di aiuto e di guida non riesce ad opporsi, rappresenta, infine, la tenacia della suggestione del peccato.