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Personaggi citati

Ezechiele
Pg. XXIX,100

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Terzo fra i profeti maggiori (gli altri sono Isaia, Daniele e Geremia), Ezechiele visse il periodo drammatico (VI sec. a.C.) della distruzione di Gerusalemme e della deportazione a Babilonia.
In Mesopotamia esercitò il suo sacerdozio e fu autore del Libro della Scrittura, che porta il suo nome.

Il Libro di Ezechiele abbraccia il periodo di tempo che va dagli anni immediatamente precedenti l'assedio di Gerusalemme da parte del re Nabuccodonosor, con la conseguente deportazione a Babilonia di parte del popolo ebraico, agli anni del ritorno, favorito da Ciro il Grande, re di Persia, che conquistò Babilonia nel 539 a.C., e della ricostruzione del regno di Israele.

Per la figurazione del carro trainato dai quattro animali che segue i ventiquattro "seniori" nella mistica processione del Paradiso Terrestre, Dante trae ispirazione, quasi letterale, dalla visione che apre il libro di Ezechiele e che annuncia al profeta la sua missione sacerdotale e la sua funzione di riprendere coloro che si erano abbandonati ai culti idolatri babilonesi e di infondere coraggio a coloro che intraprendevano la via del ritorno a casa.

"Io guardavo ed ecco un uragano avanzare dal settentrione, una grande nube ed un turbinio di fuoco, che splendeva tutto intorno ed in mezzo si scorgeva come un balenare di elettro incandescente. Al centro apparve la figura di quattro esseri animati, dei quali questo era l'aspetto: avevano sembianza umana ed avevano ognuno quattro facce e quattro ali.". (Ezechiele 1, 4-6)