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Iefte era uno dei Giudici di Israele, ruolo di istituzione mosaica (Esodo 18, 13-27) che non corrispose mai ad un potere effettivo, ma ad una funzione di controllo ed indirizzo della vita politica e morale. I Giudici erano gli eroi del regno di Israele, i grandi liberatori dal dominio delle potenze straniere. |
Per propiziare la vittoria contro gli Ammoniti, "Iefte fece voto al Signore e disse: 'Se tu mi metti nelle mani gli Ammoniti, la persona che uscirà per prima dalle porte di casa mia per venirmi incontro, quando tornerò vittorioso dagli Ammoniti, sarà per il Signore ed io l'offrirò in olocausto'." (Giudici 11, 30-31). Iefte, quindi, si recò in battaglia e vinse il nemico. "Poi Iefte tornò a Mizpa, verso casa sua; ed ecco uscirgli incontro la figlia con timpani e danze. Era l'unica figlia ... Appena la vide, si stracciò le vesti e disse: 'Figlia mia tu mi hai rovinato! ... Io ho dato la mia parola al Signore e non posso ritirarmi'. Essa gli disse: 'Padre mio, se hai dato parola al Signore, fa' di me secondo quanto è uscito dalla tua bocca ...'." (Giudici 11, 34-36).
Iefte è, dunque, nella Commedia, esempio di chi pur essendo fedele nell'osservanza del voto, non è stato, tuttavia, prudente e saggio nel formularlo.