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Personaggi citati

Carlo II d'Angiò, lo Zoppo
(la pianta) Pg. VII, 127; Pg. XX,79
(Ciotto di Ierusalemme) Pd. XIX, 127; re di Napoli Pd. XX, 63;
(Carlo Novello) Pd. VI, 106

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Carlo II, nato nel 1248, era figlio di Carlo I d'Angiò. Il giudizio di Dante sulla politica della corona di Francia fu in generale molto severo, e in particolare si appuntò sul malgoverno di Carlo II d'Angiò nei domini italiani di Puglia e sulla sua inettitudine militare nel perenne scontro tra Angioini ed Aragonesi per il controllo dell'Italia meridionale.

Tutto questo viene rimproverato a Carlo II da Ugo Capeto, il capostipite della sua casata, che aggiunge il biasimo per aver data in moglie la giovanissima figlia Beatrice ad Azzo VIII d'Este, già anziano ma disposto a versare un'ingente somma di danaro a Carlo pur di ottenerne la figlia.

Pg. XX, 79-81
L'altro, che già uscì preso di nave,
(la sconfitta nella battaglia navale del Golfo di Napoli ad opera di Ruggero di Lauria, comandante della flotta aragonese)
veggio vender sua figlia e patteggiarne
come fanno i corsar de l'altre schiave.
L'aquila imperiale, elencando le cattive azioni dei principi cristiani, ricorda di Carlo, insieme alle poche azioni di valore, la vanità.

Pd. XIX, 127-129
Vedrassi al Ciotto (lo Zoppo) di Ierusalemme
(il pomposo titolo che Carlo volle attribuirsi)
segnata con un i la sua bontade (la "i" romana corrisponde al numero 1),
quando il contrario segnerà un emme (la "m" romana corrisponde al numero 1.000).

L'occhio dell'aquila imperiale:
Pd. XX, 61-63
E quel che vedi nell'arco declivo (l'ultima delle anime che compongono il ciglio),
Guiglielmo fu, cui quella terra plora (il meridione d'Italia),
che piagne Carlo (Carlo II d'Angiò, re di Napoli) e Federigo vivo.
(Federico II d'Aragona, re di Puglia).