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NICCOLO' III, papa Inf. XIX, 31; Inf. XIX, 69
Cerchio 8 - bolgia 3 - Simoniaci

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Giovanni Gaetano Orsini, nato nel 1220, fu pontefice dal 1277 al 1280, ostacolando, in politica, il dominio angioino nell'Italia meridionale e favorendo, sul piano religioso, la corrente rigorista dei francescani a danno dei "conventuali", che interpretavano la regola francescana della povertà in modo meno rigido.

Cronisti e commentatori del tempo di Dante sono concordi nel confermare il largo indulgere al nepotismo di Niccolò III, che distribuì cariche e privilegi ai membri della sua nobile famiglia, a lungo in contrasto a Roma con la famiglia rivale dei Colonna.

Niccolò III dice di sè a Dante pellegrino:

Inf. XIX, 69-72
...sappi ch'i' fui vestito del gran manto (il mantello papale);
e veramente fui figliuol de l'orsa
(membro della famiglia Orsini),
cupido sì per avanzar li orsatti,
che sù l'avere
(le ricchezze) e qui me misi in borsa.

Il papa riconosce, dunque, che le ricchezze accumulate in vita ed i vantaggi elargiti ai suoi parenti servendosi indebitamente dell'autorità papale lo hanno "messo in borsa", cacciato a testa in giù nel foro della terza bolgia.
"Simonia", infatti, oltre che mercanteggiare di cose sacre, "le cose di Dio, che di bontate / deon esser spose" (Inf. XIX, 2-4), è, più in generale, l'utilizzo dell'autorità religiosa a scopi politici o per vantaggio privato.

Nei documenti ufficiali del tempo i membri della famiglia Orsini venivano chiamati "i figli dell'Orsa", animale che, nei bestiari medioevali, era descritto come ingordo e molto legato ai cuccioli.
Tipico atteggiamento medioevale è quello di cercare una corrispondenza fra le cose ed i loro nomi: "nomina sunt consequentia rerum" diceva, infatti, la filosofia scolastica e, sulla base di questa considerazione, un Orsini non poteva che essere avido e nepotista.