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ANFIARAO Inf. XX, 31
Cerchio 8 - bolgia 4 - Indovini

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Re di Argo, guerriero e indovino, Anfiarao aveva previsto la sua morte durante la spedizione dei Sette contro Tebe, capeggiata da Adrasto, fratello di sua moglie Erifile. Per sfuggire alla sua rovina, egli si era, quindi, nascosto in un luogo conosciuto solo ad Erifile (Pg.), ma, quest'ultima desiderando la preziosa collana, che il dio Vulcano aveva forgiato per Armonia in occasione delle sue nozze con Cadmo, lo tradì rivelando ad Argia (Pg.), moglie di Polinice, il suo nascondiglio.

Anfiarao, così, dovette seguire Polinice a Tebe, ma raccomandò al figlio (Pd.) di uccidere la madre se non fosse tornato ("Almeone, che, di ciò pregato / dal padre suo, la propria madre spense" Pd. IV, 103-105).
Durante la disastrosa spedizione, dopo varie prove di valore, Anfiarao morì inghiottito dalla terra e giunse ancora armato nell'Averno, davanti a Minosse, mentre Alcmeone uccise Erifile ed "a sua madre fè caro / parer lo sventurato addornamento" (cit. Pg. XII, 50-51).

Dante prende spunto per il personaggio di Anfiarao dalla Tebaide di Stazio, ma rispetto all'opera del poeta latino elimina tutti i tratti eroici del personaggio.