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Lo Scorpione occupava una parte di cielo così vasta che alla fine le sue pinze vennero considerate un segno a sè stante, il settimo dello zodiaco: la Bilancia.
Già i Babilonesi conoscevano questa figura e la chiamavano "Zi-Ba.An.Na", "bilancia del cielo".
Si è ipotizzata un'origine egizia del segno, soprattutto in base alla credenza relativa alla pesa delle anime dopo la morte.
In Grecia, invece, la Bilancia è del tutto ignota ad Arato ed Eudosso ed altri la definiscono col nome di "Chele". A Roma, invece, la "Libra" è attestata già in Varrone e Nigidio Figulo.
Virgilio, immagina a scopo celebrativo, nelle "Georgiche", che lo Scorpione si ritiri per lasciare posto al nuovo segno, sotto il quale è nato Ottaviano Augusto. Gli astrologi romani stabilirono poi che Roma era stata fondata in un momento in cui la luna si trovava in Bilancia.
Durante l'equinozio di primavera il sole sorge nella costellazione dell'Ariete.
La Bilancia, la costellazione opposta all'Ariete, nello stesso periodo è "notturna", cioè sorge sul fiume indiano Gange, con il quale Dante sovente indica l'est, con il sorgere della luna.
Quando, invece, la notte "soverchia", cioè quando in autunno essa è più lunga del giorno, la situazione si capovolge: la costellazione della Bilancia è "alta", cioè si trova allo zenit, sul fiume spagnolo Ebro, che il poeta prende spesso come estremo punto di riferimento occidentale.
Nella mitologia la Bilancia si può collegare ad una triste leggenda. Dioniso, venuto a portare agli uomini il dono del vino, venne ospitato da Icario e si innamorò di sua figlia Erigone. Poco dopo la fanciulla partorì Stafilo, e Dioniso, prima di proseguire il suo viaggio, lasciò in dono ad Icario un otre di vino. |