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Plinio attribuisce l'inserimento dell'Ariete fra le costellazioni dello zodiaco a Cleostrato di Tenedo.
I Babilonesi non avevano nessun gruppo stellare simile all'Ariete nel loro quadro astrologico, però il segno che occupa la stagione corrispondente, KU Mal, dipende dal gruppo di stelle in cui si trova l'astro di Ea, dio delle acque e delle fonti, che aveva per emblema una testa di ariete.
Il grafo del segno suggerisce l'immagine di corna caprine (da qui il nome "Montone"), ma anche un germoglio che spunta (la Primavera) e la lettera greca "gamma" che definisce l'equinozio di primavera.
L'"Ariete notturno" di Pd. XXVIII, 117 è da identificarsi con la stagione autunnale.
All'inizio della primavera il Sole è in congiunzione con l'Ariete: quando, dunque, il sole tramonta, tramonta con esso anche la costellazione che, essendo "diurna", cioè presente nel cielo durante il giorno, resta invisibile all'occhio umano.
La costellazione opposta all'Ariete, la Bilancia, in primavera è "notturna", cioè sorge con il tramontare del sole (Pg. II, 6).
Nella mitologia greca l'Ariete è protagonista del ciclo leggendario degli Argonauti. La vicenda ebbe inizio quando, fra i pretendenti di Teofane, figlia del re di Tracia Bisalte, apparve Poseidone, che rapì la fanciulla e la nascose in un'isola deserta. Gli altri pretendenti alla mano della fanciulla si misero, allora, alla sua ricerca, ma Poseidone la trasformò in pecora e, assunto l'aspetto di un montone, si unì a lei e generò l'ariete dal vello d'oro. |